- COME GESTIRE LO STRESS DA BUONI "DIRETTORI D'ORCHESTRA" -
In qualche articolo precedente, in cui ho avviato una discussione sullo stress facevo riferimento alla gestione dello stress come alla capacità di diventare - "direttori d'orchestra" della nostra vita, "capitani della nostra nave", tesi verso quegli obiettivi che danno un senso alla nostra esistenza - .
Cerchiamo adesso di aggiungere qualche tassello al nostro percorso di conoscenza.
Questa strategia del direttore d'orchestra è quella che, tra tutte le strategie possibili per la gestione di una difficoltà e lo stress che ne deriva, sa tenere conto di diverse possibilità di azione e che stabilisce , di volta in volta, qual è la più coerente con la situazione contigente esterna e con il proprio sentire interno. Volendo sintetizzare lo strumento che utilizza il direttore d'orchestra, nell'affrontare in maniera versatile la realtà, è il mantenere costantemente allenata la CONSAPEVOLEZZA.
Consapevolezza significa, prima di tutto, essere presenti nel "qui ed ora". Significa saper mantenere la mente aperta per riconoscere quello che c'è, senza lasciarsi fuorviare, nell'analisi della realtà, da aspettative, pregiudizi e abitudini. Significa rendersi disponibili ad arricchire e a rivedere in ogni momento l'idea che si ha di sè e degli altri, trasformando quindi ogni evento e ogni interazione in un opportunità di crescita.
Il processo viene messo in atto nei confronti della realtà interna con una serie di domande esplorative:
. Come mi sento fisicamente?
. Cosa provo emotivamente?
. Quali pensieri mi passano per la mente?
. Cosa desidero per me in questo momento?
E viene riproposto, contemporaneamente, anche nei confronti della realtà esterna:
. Chi o cos'ho davanti?
. Quali informazioni ne traggo?
. Che cos'è successo?
. Quali sono i fattorei che hanno portato a questa situazione?
Cominceremo a promuovere questo dialogo con la realtà interna e con quella esterna per rafforzare la nostra capacità di agire non da automi ma da direttori d'orchestra che ad ogni concerto sapranno quali componenti del gruppo attivare, e da capitani che, pur dovento affrontare mari in burrasca, hanno la libertà di guidare la loro nave in una direzione o in un altra, con le vele spiegate o ammainate.
Dal punto di vista neurologico, la capacità che alleniamo ogni volta che parliamo di rafforzare la consapevolezza, sono i lobi frontali, la parte anteriore del cervello, quella meno conosciuta, quella su cui la ricerca sta investendo tante energie negli ultimi anni. Queste ampie aree del cervello sono per la mente quello che ogni leader è per il suo team; svolgono le funzioni più avanzate e complesse tra cui l'intenzionalità, la determinazione e l'attività decisionale.
Ed è su queste che si lavora molto per diventare buoni direttori d'orchestra.
Liberamente traddo da articoli sullo Stress di Marcella Danon
In qualche articolo precedente, in cui ho avviato una discussione sullo stress facevo riferimento alla gestione dello stress come alla capacità di diventare - "direttori d'orchestra" della nostra vita, "capitani della nostra nave", tesi verso quegli obiettivi che danno un senso alla nostra esistenza - .
Cerchiamo adesso di aggiungere qualche tassello al nostro percorso di conoscenza.
Questa strategia del direttore d'orchestra è quella che, tra tutte le strategie possibili per la gestione di una difficoltà e lo stress che ne deriva, sa tenere conto di diverse possibilità di azione e che stabilisce , di volta in volta, qual è la più coerente con la situazione contigente esterna e con il proprio sentire interno. Volendo sintetizzare lo strumento che utilizza il direttore d'orchestra, nell'affrontare in maniera versatile la realtà, è il mantenere costantemente allenata la CONSAPEVOLEZZA.
Consapevolezza significa, prima di tutto, essere presenti nel "qui ed ora". Significa saper mantenere la mente aperta per riconoscere quello che c'è, senza lasciarsi fuorviare, nell'analisi della realtà, da aspettative, pregiudizi e abitudini. Significa rendersi disponibili ad arricchire e a rivedere in ogni momento l'idea che si ha di sè e degli altri, trasformando quindi ogni evento e ogni interazione in un opportunità di crescita.
Il processo viene messo in atto nei confronti della realtà interna con una serie di domande esplorative:
. Come mi sento fisicamente?
. Cosa provo emotivamente?
. Quali pensieri mi passano per la mente?
. Cosa desidero per me in questo momento?
E viene riproposto, contemporaneamente, anche nei confronti della realtà esterna:
. Chi o cos'ho davanti?
. Quali informazioni ne traggo?
. Che cos'è successo?
. Quali sono i fattorei che hanno portato a questa situazione?
Cominceremo a promuovere questo dialogo con la realtà interna e con quella esterna per rafforzare la nostra capacità di agire non da automi ma da direttori d'orchestra che ad ogni concerto sapranno quali componenti del gruppo attivare, e da capitani che, pur dovento affrontare mari in burrasca, hanno la libertà di guidare la loro nave in una direzione o in un altra, con le vele spiegate o ammainate.
Dal punto di vista neurologico, la capacità che alleniamo ogni volta che parliamo di rafforzare la consapevolezza, sono i lobi frontali, la parte anteriore del cervello, quella meno conosciuta, quella su cui la ricerca sta investendo tante energie negli ultimi anni. Queste ampie aree del cervello sono per la mente quello che ogni leader è per il suo team; svolgono le funzioni più avanzate e complesse tra cui l'intenzionalità, la determinazione e l'attività decisionale.
Ed è su queste che si lavora molto per diventare buoni direttori d'orchestra.
Liberamente traddo da articoli sullo Stress di Marcella Danon